Il Corso REC abilita al commercio alimentare ed alla somministrazione di alimenti e bevande, da molti conosciuto anche come corso EX REC è un requisito obbligatorio per gli aspiranti commercianti che intendono avviare o gestire imprese di tipo alimentare che includono la vendita e/o la somministrazione.
L’Abilitazione rilasciata a seguito del corso REC e relativo esame è necessaria per l’esercizio delle seguenti attività:
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2 Commenti
Sembrava quasi uno spauracchio, inventato dai nostri genitori per farci mangiare e dalle maestre, per tentare di sensibilizzarci.
Non c’era motivo di non credere che fosse vero, come infatti è, tuttora. Col passare degli anni, lo spauracchio si è trasformato in riflessione, fino all’improvvisa consapevolezza che, per ogni zona della Terra dove si muore di fame, ce n’è una dove il cibo non solo è sufficiente a sfamare tutti, ma è addirittura prodotto in eccesso e gettato via. Basta accendere la TV a qualsiasi ora del giorno, per incappare in qualche programma culinario, dove, sicuramente, i piatti preparati non saranno consumati, perché la cosa più importante è il modo in cui sono stati cucinati, non il loro effettivo scopo. Ogni anno, nel mondo occidentale, si sprecano, dunque, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo e di acqua. Una cifra esorbitante, solo a pensarci. E tra i moltissimi problemi che questo spreco crea, c’è anche quello ambientale, cioè le emissioni di CO2 che il cibo gettato via, emette per il suo smaltimento. Ma allora, quale soluzione si può trovare a un tale scempio? Come si possono riequilibrare la produzione e il suo consumo? L’unica risposta è: educare i giovani a riconoscere il valore del cibo, trasformandoli nei consumatori consapevoli del domani. Scegliendo i prodotti del territorio, s’influenza la produzione. Optando per confezioni riciclabili, si sostiene l’ambiente. Non esagerando col cibo, si aiuta sè stessi a conservare una forma fisica ottimale. Ma tutte queste azioni devono partire dal consumatore, dal suo modo di approcciarsi alla spesa, dalle scelte che farà al supermercato, come al negozio sotto casa. La soluzione è dunque, trasformare il cibo “da diritto in dovere”: il dovere di rispettarlo, il dovere di farlo arrivare anche dove, di solito, non arriva, il dovere di approvvigionarsene in maniera corretta e intelligente. Sono già parecchie le associazioni che si battono in nome del cibo e del suo rispetto, ma senza la consapevolezza del consumatore, la situazione mondiale non potrà cambiare. Il protocollo di Milano riguarda temi quali l’agricoltura sostenibile, la dieta sana e la riduzione degli sprechi. Tre questioni chiave su cui il mondo dovrebbe concentrare le proprie attenzioni per il futuro. |
AutoreDott. Massimo Falsaci Vice presidente dell'Ordine dei Tecnologi Alimentari del Piemonte e Valle d'Aosta ArchiviCategorie |